Rubicon Project chiude la divisione intent marketing, nata da Chango
La sigla termina ogni attività in questo segmento ritenuto troppo costoso. Novità in arrivo anche per ShinyAds
Rubicon Project non fornirà più servizi di intent marketing attraverso la divisione costituita dopo l’acquisizione di Chango per 122 milioni. Chango è specializzata nella raccolta e integrazione di informazioni ricavate dalle query search dati behavioural e contextual, per migliorare il targeting degli inserzionisti. È questa una delle prime decisioni prese dalla società, dopo le indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui in vista ci potrebbe anche essere una possibile vendita. La notizia della cessazione della attività della divisione è stata comunicata alla Securities & Exchanges Commission (SEC) con un documento in cui Rubicon Project segnala come il segmento non stesse contribuendo “in modo significativo” alle entrate, circa 19 milioni gli introiti netti nel 2016, e i suoi costi fossero troppo elevati. In questo modo, la compagnia guidata dall’amministratore delegato Frank Addante potrà concentrarsi sulle aree di business a maggiore crescita: mobile, video, orders ed header bidding su tutte.
Per Chango raggiunto un accordo con IgnitionOne
L’organico impegnato nelle attività di marketing intent dovrebbe passare a IgnitionOne, sigla con cui Rubicon ha raggiunto un accordo in base a cui le due realtà divideranno i guadagni generati dalla unit per i prossimi due anni. I costi di chiusura oscilleranno tra gli 8 e gli 11 milioni in termini di relazioni con i clienti mentre circa mezzo milione di dollari andrà ai dipendenti. L’uscita dal business dell’intent marketing era nell’aria: nel corso dell’ultimo conference call Addante aveva ammesso come la divisione non stesse generando i risultati attesi. Contestualmente all’intesa con IgnitionOne, Rubicon Project chiuderà gli uffici di Toronto, in Canada.
Il destino di ShinyAds
Contestualmente, secondo quanto scrive Business Insider, Rubicon Project ha confermato di aver terminato le attività di ShinyAds, un altro operatore acquisito nel 2014 per 5 milioni attivo nel programmatic direct. L’operazione, avvenuta in concomitanza con l’acquisizione di iSocket, è sfociata nel lancio di un business self-service di programmatic direct. Ma a dicembre i clienti sono stati informati che il prodotto non sarà più disponibile dal 31 gennaio. Al suo posto potranno usare la soluzione per i guaranteed orders.