Autore: Redazione
20/02/2017

L’Unità resta in vita: con la ricapitalizzazione, Piesse sale al 90%, mentre il sito passerà al quotidiano

Si riduce l’influenza del Partito Democratico sul giornale diretto da Sergio Staino, con la diluizione della quota controllata attraverso la propria Fondazione Eyu, destinata a ridursi e scendere al 10%; tutto questo in vista di forti interventi sui costi

L’Unità resta in vita: con la ricapitalizzazione, Piesse sale al 90%, mentre il sito passerà al quotidiano

Il rilancio de L’Unità passa da una riduzione della presenza del Partito Democratico nella compagine societaria dell’Unità Srl, e dalla conseguente marcia indietro in termini di influenza sulla sua gestione. Infatti, Eyu, la fondazione del PD che possiede una quota del 20% nella società editoriale del quotidiano, ha deciso di diluirla a seguito dell’aumento di capitale deciso nella assemblea dei soci di giovedì scorso. La ricapitalizzazione sarà a carico della Piesse, la società di Guido Stefanelli, anche amministratore delegato del quotidiano, e Stefano Pessina, che salirà dall’attuale 80% al 90%, con la conseguente riduzione di Eyu al 10%. L’operazione dovrebbe valere intorno a 1,5 milioni di euro, e non sarà indolore per il personale del quotidiano, oggetto di un piano di tagli che, secondo quanto rivelato da una nota del comitato di redazione, potrebbe essere piuttosto doloroso. Entro i prossimi due mesi, il direttore Sergio Staino dovrà presentare il piano editoriale, che prevede, tra l’altro, il ritorno del sito del quotidiano sotto il controllo della redazione di quest’ultimo, con il passaggio al dominio unità.it dall’attuale unità.tv che, invece, è gestito da Eyu e, in particolare, dalla ex redazione del quotidiano Europa. Resterà viva, quindi, la testata fondata da Antonio Gramsci; e salvo anche l’orientamento del giornale, nonostante il poco interesse da parte del PD di Matteo Renzi che, come aveva sottolineato lo stesso Staino in un’intervista, «non ha fatto nulla per salvarlo». Resta il fatto che il PD si sfila, probabilmente anche per via della grave crisi da cui è dilaniato e che prelude a una sempre più probabile scissione. Il direttore ha dichiarato alle agenzie: «Sono stati bravi sia la società che il partito, anche se ci saranno conseguenze dolorose per il ridimensionamento della forza lavoro. Non conosco ancora i dettagli economici della decisione, ma dopo aver sistemato la situazione economica, occorrerà ripensare il giornale, e mettere mano al progetto editoriale sia dell’edizione cartacea che del sito». Nella nota diffusa, poi, dal comitato di redazione si legge: “L’Unità è viva, ma non è ancora salva” e che il rientro del sito web sotto il controllo del giornale porrà fine “a una situazione di ambiguità che in questi mesi ha gravemente nuociuto al prodotto”. Queste, insieme alla disponibilità della Piesse a sostenere un rilancio, sono buone notizie, ma ancora non è chiaro quanto il piano industriale costerà ai lavoratori. “Non sono ancora arrivate, infatti, garanzie sulla salvaguardia dei livelli occupazionali oppure smentite sulla voci secondo le quali sarebbe intenzione dell’azienda procedere a un pesante intervento di riduzione del costo del lavoro. In queste settimane che serviranno alla definizione dei nuovi piani industriali ed editoriali, la redazione vigilerà attentamente affinché vengano tutelati la qualità del prodotto e i livelli occupazionali. La redazione è pronta a partecipare attivamente alla definizione di una strategia di sviluppo e consolidamento del prodotto”. I giornalisti e Staino avevano condotto, nei giorni scorsi, una dura battaglia contro i licenziamenti collettivi senza ammortizzatori sociali. Intanto, va registrato che i legali di Stefanelli hanno dichiarato in una nota che quest’ultimo è stato oggetto di esplicite minacce di morte, attraverso l’invio di lettere anonime dal contenuto minatorio.