Autore: Redazione
13/05/2016

Cairo Communication, aumento di capitale per RCS

Urbano Cairo punta al controllo della società editoriale di via Rizzoli, «che ha accumulato perdite e non sa valorizzare i brand»

Cairo Communication, aumento di capitale per RCS

La assemblea straordinaria di Cairo Communication ha deliberato l’aumento del capitale sociale, a pagamento e in via scindibile, da eseguirsi in una o più volte e anche in più tranche, con esclusione del diritto di opzione, entro il 31 dicembre 2016, fino a un importo nominale massimo di 3.256.437,340 euro, oltre a sovrapprezzo massimo pari a 271.662.022,710 euro, mediante emissione di un massimo di 62.623.795 di azioni ordinarie Cairo Communication prive dell’indicazione del valore nominale, con godimento regolare e aventi le stesse caratteristiche delle azioni in circolazione alla data di emissione, da li-berarsi mediante conferimento in natura delle azioni ordinarie RCS MediaGroup portate in adesione all’offerta pubblica di scambio volontaria promossa sulla totalità delle azioni ordinarie emesse da RCS, an-nunciata da Cairo Communication l’8 aprile e promossa il 28 aprile. Tutti i dettagli Con riferimento alla nota pubblicata il 10 maggio a integrazione della relazione illustrativa del CdA all’assemblea e, in particolare, a quanto indicato in merito alla facoltà di Cairo Communication di rinunciare e/o modificare la condizione di cui al paragrafo 1.3, lettera (b) del comunicato diffuso l’8 aprile (cioè, valutare se accettare di proseguire con l’Ops anche a fronte di una quota minima raggiunta del 35% delle azioni RCS), il Gruppo di cui è presidente Urbano Cairo ha inoltre precisato le circostanze al ricorrere delle quali si riserva di rinunciare o modificare la condizione sopra citata: (A) che le banche finanziatrici di RCS di cui al contratto di finanziamento del 14 giugno 2013 abbiano manifestato a Cairo Communication la propria disponibilità a concedere una moratoria dell’indebitamento in linea capitale derivante da tale contratto di finanziamento (al netto delle somme nette incassate quale corrispettivo della cessione di RCS Libri ed eventualmente non ancora utilizzate a rimborso di tale indebitamento), per almeno 12 mesi dalla data di perfezionamento dell’Offerta; (B) oppure, che RCS abbia raggiunto con le proprie banche finanziatrici un accordo per la ristrutturazione dell’indebitamento di cui al contratto di finanziamento del 14 giugno 2013 e le relative banche finanziatrici abbiano manifestato a Cairo Communication la propria disponibilità a rinunciare alla facoltà di richiedere il rimborso anticipato di tale indebitamento in ragione del cambio di controllo di RCS derivante dal perfezionamento dell’Offerta; (C) oppure, che le banche finanziatrici di RCS di cui al contratto di finanziamento del 14 giugno 2013, ovvero altri finanziatori, abbiano manifestato a Cairo Communication la propria disponibilità a rifinanziare il debito in linea capitale risultante da tale finanziamento (sempre al netto delle somme nette incassate quale corrispettivo della cessione di RCS Libri ed eventualmente non ancora utilizzate a rimborso di tale indebitamento), ovvero la quota parte di tale debito afferente agli istituti che non si siano resi disponibili a concedere la moratoria di cui al precedente punto (A) o la rinuncia all’esercizio della facoltà di richiedere il rimborso anticipato di cui alla precedente lettera (B), con un termine di rimborso non anteriore a 12 mesi dalla data di perfezionamento dell’Offerta. «Mi impegnerò in prima persona». Al di là di questi ulteriori approfondimenti, ieri, Cairo ha comunque ribadito che il suo obiettivo resta il primo che ha dichiarato e, cioè, di ottenere il 50% delle azioni più una per governare RCS senza impedimenti. «E’ un Gruppo a cui sono affezionato perché è il primo da cui ho avuto delle testate da seguire - ha detto - ma ora è quasi impossibile enumerare tutti gli errori commessi da chi l’ha guidato, sia in termini di vendite sbagliate che di mancata valorizzazione dei suoi brand, con il risultato che in cinque anni ha perso qualcosa come 1,3 miliardi di euro, 10 milioni al mese negli ultimi tre anni, laddove il nostro Gruppo ha distribuito oltre 230 milioni di euro da quando è quotato; e ora il suo CdA sembra quasi soddisfatto di annunciare che nel primo trimestre 2016 ha perso “solo” 22 milioni. Sono stati venduti il palazzo di Via Solferino per 120 milioni, salvo riaffittarlo a prezzi stellari, la Libri per 127, le radio per 20 e per circa la stessa cifra la quota di IGPDecaux, per finire con Dada per altri 50 e più. E ci sono stati pesanti tagli di personale. Nel frattempo, sono stati fatti aumenti di capitale e conversione di azioni per complessivi 450 milioni ma, oggi, invece di avere un debito di 50-60 milioni, lo ha di 411. E i piani industriali lanciati e persi per strada non si contano. Nel 2004 si vendevano 12 milioni di periodici, oggi 6,2. RCS ne diffondeva 2,7, oggi 700 mila e dà quasi l’idea di non essere interessata a testate come Io Donna e Sette, che possono essere leader nei loro segmenti; oppure come Oggi, da rilanciare. In Spagna, El Mundo ha cambiato tre direttori in due anni: forse qualche errore c’è stato; e, per tornare al nostro mercato, si dovrebbe confrontare la raccolta del Tour de France con quella del Giro d’Italia. Per essere bonari, diciamo che chi ha gestito RCS in questi anni non aveva e non ha esperienze di editore, ed è per questo che, nel caso, mi metterò ovviamente in gioco in prima persona per rilanciarla». Certo, Cairo non ha detto cosa farà se non raggiungerà il 50% dei titoli più uno, ma si può pensare che se anche non ci andrà proprio vicino, continuerà con l’Offerta. In fondo, anche se si fermasse al 35%, aggiungendo il suo 4,6% e il 4,1% di Intesa Sanpaolo, arriverebbe già così a quasi il 44%. Consob ha ancora a disposizione fino a tre settimane per dare l’ok all’operazione. Intanto, altri azionisti di peso potrebbero schierarsi con lui. Sempre Cairo, del resto, ha buon gioco a ricordare che alcuni di questi si sono indignati, ma nessuno, finora, si è organizzato per contrastarlo, tranne, dice «il CdA, che si pronuncia anzitempo bocciando l’Offerta prima della pubblicazione del prospetto».