Autore: Redazione
21/11/2018

BuzzFeed: fondersi con i principali editori digitali per superare le difficoltà del segmento

Jonah Peretti, ceo del brand editoriale, ha fatto il nome di Vice, Vox Media, Group Nine, Refinery29 come possibili elementi del merging. L’obiettivo è unire le forze per negoziare termini economici migliori con le grosse piattaforme tecnologiche

BuzzFeed: fondersi con i principali editori digitali per superare le difficoltà del segmento

L’editoria continua il suo periodo di piena crisi. A testimoniarlo, una volta ancora, è BuzzFeed, probabilmente il più efficace tra i digital publisher, capace di portare sul proprio sito audience enormi e di scovare con continuità contenuti dalle prospettive virali. Anche lui però ha subito un crollo finanziario. Nel 2017 ha mancato di molto i suoi obiettivi di revenue, e si è trovato costretto a licenziare cento persone oltre a dover accantonare l’idea di una quotazione nel 2018. Il brand editoriale di Jonah Peretti si è rimesso in sella, ha ricominciato a macinare strada sul percorso delle revenue - ponendosi comunque obiettivi più bassi di quelli dello scorso anno - e ha iniziato a sfruttare di più i canali mainstream del digital: Walmart, in cui vende pentolame in stile Tasty, Twitter, su cui produce show mattutini, Facebook e Netflix, a cui dedica format settimanali (pagati dalle piattaforme), ed ha aperto alla possibilità di inserire banner nelle sue stesse pagine. BuzzFeed prende addirittura una parcella dalle vendite sugli ecommerce dei prodotti che suggerisce attraverso product link. L’idea del ceo peretti: fondere diverse testate editoriali Ma nonostante i 690 milioni di utenti e tutti questi punti d’entrata, le condizioni economiche non sono soddisfacenti. E allora ecco l’annuncio (lunedì) di un membership model a 5 euro al mese, che mette a disposizione un accesso esclusivo alla newsletter e contenuti da dietro le quinte. Non basta ancora. In un’intervista al New York Times, Peretti ha spiegato che ci vuole ancora uno sforzo da parte degli editori per aumentare il flusso di investimenti provenienti da Facebook e Google: unirsi attraverso una serie di fusioni. L’entità che ne uscirà dovrà essere composta da cinque o sei publisher digitali. “Ci sono Vice, Vox Media, Group Nine, Refinery29. Ma ci sono molte altre testate che stanno portando avanti lavori interessanti”, ha confessato Peretti. Le difficoltà effettive Certo non sarà facile giustificare una serie di fusioni tra aziende in rosso, considerando anche il grande numero di investitori coinvolti e le perdite di capitalizzazione che risulterebbero dalla combinazione dei diversi bilanci. Ma, sottolinea Peretti, “Se BuzzFeed e altre cinque tra le maggiori company si fondessero in una media company ancora più grande, questa sarebbe in grado di attrarre molti più investimenti”. E il senso di cameratismo che aleggia tra i publisher sembra essere un concreto punto a favore di questa proposta. “Non credo che i miei competitor siano BuzzFeed, Vox o Vice. Noi competiamo su base quotidiana per il nostro business, ma i competitor finali sono nel segmento della tv tradizionale e dalle grosse piattaforme, da cui dobbiamo proteggerci - ha dichiarato Benjamin Lerer, Ceo di Group Nine -. Il consolidamento nel digitale è qualcosa che avverrà prima o poi”, ha aggiunto.