Agcom: nel primo semestre 2020 l’ecosistema delle comunicazioni in calo del 7,1%, meno del pil
Da gennaio a giugno il prodotto interno lordo scende del 10,6%; per i media contrazione del 10,1%, la pubblicità sui mezzi tradizionali si contrae del 26,6%, online in crescita dell’1,9%
 
									
														
						Nel primo semestre del 2020 i mercati di riferimento dell’Authority per le comunicazioni hanno perso meno ricavi del sistema Paese. Infatti, se in quel periodo il prodotto interno lordo italiano è in calo del 10,6%, si stima che i ricavi complessivi dell’ecosistema rappresentato da comunicazioni elettroniche, radiotelevisione, editoria, internet e servizi postali abbiano subito una flessione del 7,1%.
Lo dice l’Agcom che dalla scorsa primavera ha avviato un monitoraggio periodico riguardo l’impatto economico della pandemia sui comparti regolati. In particolare, il mercato dei media subisce una importante contrazione nel secondo trimestre dell’anno a seguito della forte flessione delle risorse pubblicitarie. Nei mesi di aprile, maggio e giugno il comparto perde il 16,8% dei ricavi contro il -3% del trimestre precedente, mentre nel primo semestre ha un a flessione del 10,1% rispetto al primo semestre del 2019.
Lo spaccato dei media
Guardando ai singoli mercati, i risultati sono molto diversi. Il settore che maggiormente soffre è quello dell’editoria quotidiana e periodica, in cui si osserva una flessione degli introiti del 19%, mentre quello radiotelevisivo scende del 10,7%, andamento che sarebbe stato ulteriormente peggiore senza il significativo aumento degli introiti dei contenuti in streaming. La tv in chiaro scende del 14,8%, mentre la pay perde lo 0,8% dei ricavi. Quotidiani e periodici perdono rispettivamente il 17,1% e il 20,9%. La radio è in calo del 29,4%.

La composizione dei ricavi nel primo semestre del 2020 mostra un notevole cambiamento rispetto al 2019. A causa della maggiore riduzione dei ricavi da pubblicità, pari al -15,8%, rispetto ai ricavi dal lato utente (-3,9%), le due componenti nella prima metà del 2020 si equivalgono, mentre nel 2019 la componente da raccolta pubblicitaria era superiore di circa 500 milioni di euro.
Bene invece la pubblicità online, in crescita dell’1,9% grazie principalmente alle piattaforme (+6,7%). Complessivamente, queste ultime generano ricavi pubblicitari per 1,3 miliardi di euro circa, mentre publisher e concessionarie, a quota 275 milioni, ne perdono il 15,8%. I mezzi tradizionali si attestano a poco più di 1,8 miliardi di raccolta, con un calo del 26,6%. Per quanto riguarda la composizione dei ricavi da pubblicità per singoli mezzi, l’unico dato in crescita è quello di internet che passa dal 37,9% al 45,9% (+8%); si riducono invece per tv (-3,2%), quotidiani (-1%), radio (-1,7%), periodici (-2,1%).

Gli altri settori
Nel settore delle telecomunicazioni, la flessione dei ricavi, che in media è stata pari al 5,7%, è risultata relativamente più intensa per la rete fissa (-6,5%) rispetto a quella mobile (-4,7%). La più intensa fruizione domestica tra streaming, telelavoro e didattica a distanza hanno prodotto, nei primi nove mesi dell’anno un aumento del 44,4% nella rete fissa e del 56,4% in quella mobile.
Relativamente ai consumi unitari, nei primi nove mesi dell’anno il traffico per linea broadband nella rete sia cresciuto del 40,2% rispetto al 2019. Le risorse del settore postare, nella prima metà dell'anno subìto una riduzione del 5,8%, con dati sostanzialmente equivalenti nei singoli trimestri gennaio-marzo e aprile-giugno.
 
        